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RACCOLTA ARTICOLI SCIENTIFICI

Healthy Aging: Dieta e longevità

Healthy Aging: Dieta e longevità - Dott. Paolo Queirazza

“Interrogando alla lor volta gli Ittiofagi il re riguardo

alla loro vita e al vitto, questi rispose che la maggior

parte di loro raggiunge i 120 anni, ma che alcuni

superano anche questa età [..]. E poiché gli

esploratori mostravano di meravigliarsi del numero

degli anni, li guidò ad una fontana, lavandosi dalla

quale diventavano più nitidi, come se fosse olio; e

da essa esa esalava un profumo come di viole. E

narravano gli esploratori che l’acqua di questa fonte

era così leggera che niente è in grado di galleggiare

su di essa, né legno né quante cose sono ancora più

leggere del legno, ma tutte vanno a fondo. A causa

di questa loro acqua, se davvero è quale si dice, a

causa di essa può darsi che siano di lunga vita,

usandola continuamente.”

ERODOTO, Le storie (Libro III), V secolo a.C.

Nel mondo, la percentuale di persone di età superiore a 60 anni sta crescendo più velocemente rispetto a qualsiasi altra fascia d’età, e questo è dovuto  sia alla più lunga aspettativa di vita sia al miglioramento delle condizioni di vita e ai costanti progressi della moderna medicina.

Secondo il World Health Organization (WHO), attualmente una persona su nove al mondo ha 60 anni o più, un dato questo destinato ad aumentare infatti, si potrà arrivare al numero di una persona su cinque entro il 2050.

La ricerca scientifica studia i complessi meccanismi biologici, che sono alla base del processo d’invecchiamento, con la speranza, in futuro, di riuscire a controllarlo e consentire alla popolazione di affrontare non la longevità in sé ma una sana longevità o quella che viene definita “active and healthy aging.”

Il messaggio importante è quello di imparare a contrastare l’invecchiamento quando si è ancora giovani e naturalmente non si pensa ancora alla vecchiaia.

Sappiamo che la genetica è determinante per il grado di longevità ma molto di più contano le scelte in merito allo stile di vita da adottare, poiché esse hanno importanti conseguenze sui meccanismi di mantenimento di un corretto funzionamento delle cellule.

Tra i numerosi fattori che determinano quanto velocemente si invecchia, troviamo sicuramente quanto e cosa mangiamo e quindi si può immaginare quanto la risposta fisiologica alla disponibilità dei vari nutrienti giochi un ruolo fondamentale nel processo di invecchiamento.

La cellula è dotata di specifici sensori, che indicano i livelli di sostanze nutritive disponibili e che orientano, a seconda dell’energia disponibile, la crescita e il metabolismo delle cellule.

La sostanza chiave in questi finissimi meccanismi regolatori cellulari è la mTOR (Mechanistic Target of Rapamycin), una proteina, che è un coordinatore centrale dei programmi di crescita o di mantenimento della cellula perché è un sensore delle proteine introdotte con la dieta e riesce a segnalare, in tal modo, l’abbondanza di cibo.

Sia pur a livello sperimentale, la riduzione dell’attività di mTOR, ha evidenziato effetti, altamente riproducibili, nell’allungamento della vita, dai moscerini ai topi e alle scimmie. 

Questo ruolo di sensore di mTOR viene svolto con diversi meccanismi, tra cui si evidenziano il ruolo dell'insulina e degli aminoacidi.

Quando il cibo è abbondante, l’insulina prodotta e l’abbondanza di aminoacidi attivano direttamente mTOR, provocando un aumento nella crescita delle cellule.

Viceversa, quando i nutrienti scarseggiano, mTOR viene inibita, per cui la crescita cellulare diminuisce.

Si intensifica invece l'autofagia, in pratica le cellule si mangiano da sole, in quello che è  il principale meccanismo di riciclo, che avviene in particolari organelli, chiamati lisosomi e che serve per degradare tutte le parti danneggiate della cellula risultando essere un meccanismo protettivo, che consente alle cellule e ai tessuti di auto rinnovarsi continuamente.

Quindi, la restrizione calorica sembra rallentare i processi degenerativi propri del processo d'invecchiamento e anche se non è del tutto chiaro se riesca ad estendere la durata della vita, però di certo può aumentare gli anni trascorsi in salute.

Il complesso crosstalk tra riduzione dei nutrienti immessi con la dieta e i segnali cellulari appena descritti, innesca una risposta protettiva, antinfiammatoria e antiossidante e ricicla le strutture danneggiate con una maggiore intensità, indicando che l’attuazione di un corretto piano alimentare sia efficace nel ritardare l’invecchiamento.

Dal punto di vista pratico, per sfruttare questa correlazione tra dieta e longevità è utile una corretta alimentazione e una riduzione calorica, specie in età avanzata, soprattutto valutando le quantità per ogni singolo alimento.

Ad esempio, pur tenendo presente che un maggiore apporto di zuccheri non favorisce la longevità, si potrebbe prevedere una restrizione delle calorie per alcuni giorni al mese, riducendo le proteine rispetto ai carboidrati ma essendo consapevoli che non esiste una dieta valida per tutti, meglio invece se personalizzata per ciascun soggetto.

By Dott. Paolo Queirazza

Medicina e Chirurgia Estetica - Genova

 

 

Le ultime novità scientifiche in tema di Anti-Aging e Wellness

Le ultime novità scientifiche in tema di Anti-Aging e Wellness - Dott. Paolo Queirazza

RUGHE DEL COLLO PRECOCI? Attenzione al cellulare

RUGHE DEL COLLO PRECOCI? Attenzione al cellulare - Dott. Paolo Queirazza

Il collo è il primo a manifestare i segni dell’invecchiamento.

Quanto questo velocemente avvenga, è in parte dovuto alla genetica ma l'esposizione al sole può peggiorare molto questo tipo di rughe.

Favorite anche dalla pelle sottile di questa regione, compaiono quindi precocemente delle antiestetiche pieghe ovvero le linee orizzontali, che si presentano alla base del collo.

Queste pieghe elastiche permanenti infatti, non sono vere e proprie rughe ma sono linee nella pelle, che con il passare del tempo diventano sempre più evidenti, a causa della perdita di collagene.

Sono favorite dal costante utilizzo del cellulare infatti, mentre si è in piedi e controllando il dispositivo diverse volte al giorno, lo si tiene molto più in basso rispetto alla linea dello sguardo e i movimenti ripetuti del collo che si fanno provocano queste rughe che oggi, con una visione d’insieme, vengono definite “tech neck”, proprio per evidenziare la correlazione tra questo inestetismo e lo smartphone.

Quindi, ancora una volta la prevenzione è molto importante: esporsi al sole con criterio e utilizzare sempre una crema solare su queste aree.

Inoltre, è possibile attuare dei cambiamenti salutari nei movimenti quotidiani e abituali del collo, ad esempio, provare a non guardare verso il basso il cellulare e assicurarsi invece che lo schermo sia sempre all'altezza degli occhi.

By Dott. Paolo Queirazza

Medicina e Chirurgia Estetica - Genova

INVECCHIAMENTO DELLA PELLE

INVECCHIAMENTO DELLA PELLE - Dott. Paolo Queirazza

Cosa succede a livello cellulare e i segreti per proteggerci.

I cambiamenti della pelle, provocati dal processo di invecchiamento, cominciano a rendersi evidenti già intorno ai 40 anni.
Le manifestazioni più precoci sono rappresentate dalla comparsa di rughe fini a livello della palpebra inferiore e nella regione laterale dell’orbita.
Si verificano poi alterazioni della texture cutanea assieme alla comparsa di macchie della pelle.
La trama vascolare sottocutanea perde la sua organizzazione di tipo papillare e l’interfaccia dermo-epidermica si svuota, provocando un’atrofia del derma e del sottocute.
Sostanzialmente, si verifica una perdita nell’organizzazione tridimensionale di collagene ed elastina, con diminuzione della loro quantità e diminuita produzione di collagene tipo I e III.
Le cellule che producono il collagene ossia i fibroblasti vanno incontro ad una selettiva diminuzione sia di numero che funzionale.
Il Photoaging provoca una trama grossolana, che rende la cute coriacea, con comparsa di rughe profonde e teleangectasie.
I raggi UVA e UVB provocano infatti cambiamenti nel derma e nel sottocute e gli UVA favoriscono l’elastosi.

ELASTOSI DA RAGGI UVA 

- Cute iperattiva
- Aumento di produzione elastina anormale e glicosaminoglicani
- Infiammazione
- Angiogenesi
- Anormale produzione e degradazione di collagene
- La glicazione delle proteine cutanee è accentuata dalla presenza di luce ultravioletta.

La diminuzione dei livelli ormonali, legata alla menopausa, provocherà selettiva perdita di grasso e di deposizione di grasso.

Il fumo di sigaretta ha un effetto deleterio sulla pelle e provoca rughe precoci.
Il sole e il fumo hanno un effetto moltiplicativo, specie quando l’esposizione solare senza protezioni adeguate, coesiste con una unga storia di fumo.
Si manifesta una riduzione nella sintesi di collagene e un incremento dell’attività (upregulation) delle metalloproteinasi (enzimi capaci di degradare le proteine della matrice extracellulare) provocando un aumento di produzione in elastina anormale e diminuzione dei proteoglicani.
Fumo e sole (UV light) causano indipendentemente la formazione di rughe, attraverso una upregulation delle metalloproteinasi dei fibroblasti e assieme hanno un effetto sinergico negativo. 

By Dott. Paolo Queirazza

Medicina e Chirurgia Estetica - Genova

 

AUTOFAGIA E LONGEVITÀ: LE STRATEGIE PER VIVERE A LUNGO E IN SALUTE

AUTOFAGIA E LONGEVITÀ: LE STRATEGIE PER VIVERE A LUNGO E IN SALUTE - Dott. Paolo Queirazza

L’autofagia è un meccanismo protettivo che la cellula utilizza per riciclare le sostanze divenute inutili e potenzialmente dannose.

E' alla base della ricerca del biologo giapponese Yoshinori Oshumi, Nobel per la Medicina nel 2016

Il termine deriva dal greco ''mangiare se stessi'' che permette alle cellule di rinnovarsi e autoriciclarsi.

Attraverso questo processo le cellule infatti, distruggono le componenti diventate inutili e potenzialmente dannose e le trasportano al di fuori della membrana cellulare.

Per fare questo le cellule raccolgono i rifiuti e li portano nei lisosomi, organelli che costituiscono una specie di sistema digestivo interno alla cellula. 

L’autofagia è quindi un sistema fisiologico di sopravvivenza che la cellula utilizza per  per riciclare le proteine ormai datate, rimuovere organelli invecchiati (es. i mitocondri, le centrali energetiche della cellula) e tutti i detriti cellulari.

Senza l’autofagia quindi, saremmo destinati a non vivere a lungo e ad avere una serie innumerevole di problemi.

 L’autofagia protegge il nostro organismo attraverso numerose vie: 

- rimozione dei mitocondri che hanno una funzione alterata, che possono rilasciare mediatori apoptotici (morte cellulare programmata) e ROS (Reactive Oxygen Species)

- rimozione delle proteine dannose associate ad insulino resistenza

- aumentando la degradazione di agenti infettivi

- sopprimendo l’infiammazione

 Con l’avanzare dell’età, si è visto che si verifica un accumulo di proteine danneggiate e aggregate, lipidi ossidati e organelli danneggiati e tutto questo farebbe pensare che, il meccanismo protettivo dell’autofagia declini o diventi insufficiente per prevenire questa raccolta di sostanze potenzialmente dannose, che si instaura con l’invecchiamento.

 La buona notizia è che possiamo ringiovanire aumentando l’autofagia.

Attualmente il sistema migliore è tenere uno stile di vita adeguato con dieta, restrizione calorica e potenziamento dell’attività fisica, in futuro sarà la ricerca farmacologica a fornire un supporto per aumentare autofagia.

Oppure ossiamo agire riducendo i segnali che la inibiscono; uno di questi è l’IGF-1 (Insuline Growth Factor 1),

Si tratta di una sostanza molto simile all’insulina, che gioca un ruolo importante durante lo sviluppo e continua ad avere un ruolo anabolico, altrettanto importante, nell’adulto.

L’insulina aumenta i livelli di IGF-1 e l’insulino resistenza a sua volta aumenta i livelli di insulina.

Il termine insulino resistenza indica che esistono condizioni, ad esempio persone che introducono quote esagerate di carboidrati e spesso con un aumento della massa grassa, che per questo mantengono elevate concentrazioni di insulina e rilasciano più insulina dopo un pasto di persone "normali".

Se non trattata adeguatamente l’insulino resistenza può condurre al diabete di tipo II.

Quindi evitando la resistenza all’ insulina teniamo insulina e IGF-1 a livelli bassi e aumentiamo l’autofagia.

Possiamo prevenire l’ insulino resistenza rimanendo fisicamente attivi abbassando BMI (indice di massa corporea, dato dal peso diviso l’altezza al quadrato, parametro per stabilire se il peso rientra nella norma) con la dieta e mantenendolo in un range ottimale tra 20 e 24.9.

By Dott. Paolo Queirazza

Medicina e Chirurgia Estetica - Genova

Dott. Paolo Queirazza

Dott. Paolo Queirazza

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