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FLEBOLOGIA

INDICE

- GUIDA PER I PAZIENTI CHE HANNO PROBLEMI DI VENE VARICOSE

- FLEBOLOGIA CLINICA E SPECIALISTICA PER LA CURA DELLE VENE E DEI CAPILLARI

SCLEROTERAPIA

TERAPIA SCLEROSANTE CON SCHIUMA (MOUSSE)

MICROSCLEROSI DELLE TELEANGECTASIE

LA CURA CHIRURGICA PER LE VARICI

- FLEBECTOMIA AMBULATORIALE

 ULCERA VENOSA

 

 

 

 

 

 

 

 

GUIDA PER I PAZIENTI CHE HANNO PROBLEMI DI VENE VARICOSE

GUIDA PER I PAZIENTI CHE HANNO PROBLEMI DI VENE VARICOSE - Dott. Paolo Queirazza

CHE COSA SONO LE VENE VARICOSE

 

Le varici sono una malattia cronica nella quale si verifica una minore elasticità della parete delle vene. Si manifestano come dei rigonfiamenti bluastri e sono ereditarie.

Possono causare numerosi disturbi, tra i quali, i più frequenti sono gonfiore, pesantezza, dolore e prurito.

Spesso si manifestano in pazienti sovrappeso, in gravidanza o nelle persone che per lavoro sono costrette a stare in piedi per lungo tempo.

 

QUALI ALTRI PROBLEMI POSSONO CUSARE LE VARICI

 

Le vene varicose quando vengono trascurate possono causare delle complicanze di tipo infiammatorio (le flebiti) o complicanze correlate al ristagno di sangue; in quest’ultimo caso si formano delle macchie sulla pelle, prima blu poi più scure e compaiono zone indurite e dolenti (oltre a dermatiti ed eczemi) che nel corso degli anni possono provocare la formazione di un ulcera.

 

COME PUÒ ESSERE CURATA LA MALATTIA VARICOSA

 

Il trattamento delle varici varia a seconda della gravità della malattia e dei distretti venosi coinvolti. Schematizzando si hanno a disposizione tre tipi di trattamenti: quello medico, la scleroterapia, la chirurgia.

Il trattamento medico prevede l’utilizzo di farmaci e la terapia elastocompressiva con l’utilizzo di calze e/o bendaggi.

Sono trattamenti indicati nelle situazioni in cui la malattia venosa è allo stadio iniziale o in pazienti anziani che non vogliono sottoporsi a trattamenti più invasivi.

La scleroterapia è una buona soluzione specialmente quando la malattia non è troppo avanzata e in donne giovani che non hanno ancora avuto gravidanze.

È molto utile come completamento della chirurgia.

La chirurgia è il trattamento di scelta quando sono presenti varici importanti o si siano verificate delle complicanze (flebiti) o siano presenti segni di sofferenza cutanea (ipodermici, dermatiti, eczema).

Esistono nuove tecniche mini invasive di cura del tronco safenico, che possono essere associate ad un intervento diretto sulle varici tributarie del tronco safenico attraverso piccole incisioni.

Possiamo paragonare le vene safene ad un albero: esiste infatti un tronco principale con tutti i suoi rami. Gli interventi di una volta erano molto invasivi, duravano 2-3 ore e prevedevano l’asportazione di tutto l’albero della safena. La tecnica conservativa, che preserva quindi  le vene sane, tende a rispettare, quando possibile,  le safene, nel rispetto della fisiologia circolatoria.

Attraverso un’accurata mappatura è possibile vedere quale parte della vena è ammalata e togliere solo queste porzioni di albero safenico, con degli interventi selettivi e più veloci (40 minuti circa).

La soluzione è dolce e mira ad eliminare soltanto le vene collaterali varicose, che vengono identificate come la causa della malattia e che quindi provocano sia le manifestazioni cliniche che i problemi estetici.

La vena safena viene quindi preservata, infatti togliendo solamente le vene collaterali varicose consente alla safena di recuperare la propria funzione: anche laddove essa sia interessata dalla malattia varicosa, il solo fatto di asportare le vene varicose collaterali malate, permette alla vena safena di recuperare pienamente la propria funzione.

Qualora la safena non sia recuperabile, la tecnica utilizzata per la sua asportazione è sempre improntata alla dolcezza e mini-invasività, in modo da non ridurre significativamente i vantaggi di tale metodo.

Le vene malate vengono asportate con una metodologia soft; si eseguono infatti delle microincisioni selettive e mirate; le varici vengono asportate attraverso microincisioni di pochi millimetri.

Trattandosi di una metodologia minimamente invasiva l’anestesia è effettuata con anestetico diluito, tale da risultare più leggero e limitato ai tratti di vena da asportare. 


In tal modo si riducono al minimo i fastidi post intervento come ematomi e dolore. In genere non vengono dati punti di sutura. 

Viene effettuata una medicazione compressiva ed un bendaggio elastoadesivo, che verrà tenuto per una settimana circa. Dopo la rimozione si consiglierà una calza a compressione graduata che il paziente indosserà per il periodo, indicato in genere per due mesi dopo il trattamento.

 

VANTAGGI DELLE MODERNE TERAPIE

 

Tutte le procedure che il paziente effettuerà in una Vein Cinic seguono un’organizzazione precisa, sono state quindi pianificate con cura e razionalizzate per consentire trattamenti personalizzati e dimissione in tempi rapidi, con pochi appuntamenti riguardanti le sedute e la minor perdita possibile di attività socio lavorativa.

Questo è possibile anche perché negli ultimi anni si sono sviluppate nuove ed innovative metodologie, più veloci, meno aggressive e quindi con scarsissime complicanze, che permettono trattamenti ambulatoriali.

 

 

 

 

FLEBOLOGIA CLINICA E SPECIALISTICA PER LA CURA DELLE VENE E DEI CAPILLARI

La flebologia moderna: i metodi conservativi di cura per le vene varicose

I moderni trattamenti flebologici conservativi tendono tutti a preservare le safene.

Quindi la scelta del trattamento migliore, opera del flebologo, sia che ricada sul laser, sia sulla ecosclerosi guidata con schiuma e sia sulla flebectomia ambulatoriale, tratterà solo le varici collaterali, vera origine del problema sia clinico che estetico.

Già lo storico studio di Hobbs nel  paragonò i risultati i che si potevano raggiungere o con lo stripping  o con la scleroterapia e dimostrò che a  tre anni di distanza i  risultati dei due tipi di trattamento erano assolutamente paragonabili se non identici.

La teoria su cui si basa lo stripping della safena si basa sul fatto  che l’insufficienza venosa, e quindi l’origine delle varici visibili, si propaga dall’alto verso il basso, cioè dall’inguine, dove la grande safena confluisce nella vena femorale comune, fino ad interessare le vene collaterali di coscia e di gamba.

Ma il limite di questa ipotesi è che comunque sono molto numerosi i casi di vene varicose in cui le safene sono assolutamente integre e non mostrano segni di reflusso.

Inoltre, l’asportazione della safena, indicata come l’origine delle varici, con un intervento di stripping,  è un intervento cruento, che richiede anestesie importanti e ricovero ed è gravato spesso da un alto numero di recidive, generalmente  molto impegnative quando è necessario reintervenire per curarle.

Numerosi ricercatori  privilegiano la moderna teoria cosiddetta ascendente, secondo cui le varici originano dal basso verso l’alto, ovvero dalle collaterali safeniche fino alla safena.

Questo concetto indica che possono essere trattate solo le varici visibili, in modo diretto e delicato, preservando la safena, che potrà addirittura riprendere pienamente la propria funzone.

Per trattare le varici, in maniera mirata e superselettiva possono essere usati sial il laser che la flebectomia ambulatoriale, a seconda delle indicazioni di ogni singolo caso.

In entrambi i casi verrà usata un’anestesia locale,  molto leggera perchè l’anestetico viene diluito in soluzione, effettuata solo attorno alle vene varicose da trattare. Entrambi gli interventi sono ambulatoriali.

Ottimi risultati provengono anche dalla scleroterapia eco guidata con schiuma, che consente un trattamento ancora più dolce, tridimensionale e senza anestesia.

Come si è visto i metodi di trattamento sono diversi e sarà quindi importante compito del flebologo scegliere quello che deve essere confezionato come un abito su misura per ogni singolo paziente.

 

 

SCLEROTERAPIA

TERAPIA SCLEROSANTE

La terapia sclerosante consiste nell’iniettare nella vena da curare, dei farmaci che provocano la chiusura o l’ispessimento della parete della vena malata. In entrambi i casi si otterrà una riduzione del ristagno di sangue e si rallenterà il processo di dilatazione delle vene (tipico della malattia varicosa non trattata), con conseguente aumento della velocità del flusso di sangue e ripristino della funzionalità delle vene.

La terapia sclerosante può sostituire, precedere o completare l’intervento chirurgico; è un sistema efficace per rallentare e controllare  l’evoluzione nel tempo della malattia varicosa, che si può manifestare con la ricomparsa dielle varici, anche dopo trattamenti chirurgici e scleroterapici eseguiti a regola d’arte.

 

INDICAZIONI

La scelta tra il trattamento chirurgico e la scleroterapia è basata naturalmente sulla visita, sugli esami strumentali e su una diagnosi precisa; quando possibile, tale scelta è concordata con il paziente, cercando di far collimare i suoi desideri e le sue aspettative con i risultati raggiungibili, valutando accuratamente vantaggi e svantaggi, sia della chirurgia che della scleroterapia.  

Il numero di iniezioni per seduta, la cadenza delle sedute e l’applicazione della compressione sono modulate in base al tipo di malattia varicosa e al risultato della seduta precedente.

 

TERAPIA

La terapia sclerosante si effettua con punture nelle varici o nelle vene che alimentano le varici.

Il dolore delle iniezioni è inferiore a quello delle iniezioni intramuscolari, inoltre il farmaco sclerosante non è particolarmente doloroso: una sensazione di bruciore può a volte comparire quando si usano dosi o concentrazioni elevate del farmaco.

La cadenza delle sedute è in genere ogni 2-3 settimane. Naturalmente il numero di iniezioni per seduta, la cadenza delle sedute e l’applicazione del bendaggio in base al tipo di malattia venosa e ai risultati delle precedenti sedute.

Dopo la scleroterapia viene applicato un bendaggio sulla gamba trattata ed è necessario poi indossare la calza a compressione graduata.

 

EFFETTI COLLATERALI

L’effetto normale della terapia sclerosante è una’infiammazione localizzata della vena, nelle sedi delle iniezioni. Gli effetti collaterali di maggior riscontro sono:

-      piccole ecchimosi nelle sedi delle punture

-      indurimenti temporanei lungo il decorso delle vene trattate

-      intolleranza al bendaggio

Sono tutte situazioni che anche se allarmano il paziente non sono né gravi né pericolose e si risolvono spontaneamente (gli ematomi in genere entro qualche settimana  e gli indurimenti nel giro di qualche mese).

 

CALZA ELASTICA

Dopo la scleroterapia è necessario applicare un bendaggio e poi una calza elastica per  almeno 1-2 settimane o per il periodo indicato dallo specialista.

La calza serve per ridurre la formazione degli ematomi e degli indurimenti delle vene.

La sensazione di costrizione della calza può essere attenuata camminando.

La calza e/o il bendaggio possono essere rimossi dal paziente nel caso provochino un gonfiore che non regredisce con il riposo a letto, se provocano dolore, se il piede diventa in modo persistente  scuro o molto pallido o nel caso si verifichi intenso prurito.

In tutti questi casi,una volta rimosso il bendaggio deve essere avvisato lo specialista. Naturalmente, la calza deve essere tolta durante la notte.

 

COMPLICANZE

Se il motivo principale per cui si desidera curare le varici è estetico devono essere tenuti presenti i possibili effetti collaterali della scleroterapia come la comparsa di macchie scure o di capillari in prossimità della sede delle iniezioni.

La reattività del paziente al farmaco sclerosante e la tendenza della sua pelle a formare macchie e capillari, sono estremamente variabili e questo rende il risultato difficilmente prevedibile in modo completo.

Sono possibili reazioni allergiche ai farmaci sclerosanti, anche se molto rare e come per qualsiasi altro farmaco iniettato.

L’ambulatorio è comunque attrezzato per far fronte a queste eventuali complicanze.

TERAPIA SCLEROSANTE CON SCHIUMA (MOUSSE)

TERAPIA SCLEROSANTE 

La terapia sclerosante consiste nell’iniettare nella vena da curare, dei farmaci che provocano la chiusura o l’ispessimento della parete della vena malata. In entrambi i casi si otterrà una riduzione del ristagno di sangue e si rallenterà il processo di dilatazione delle vene (tipico della malattia varicosa non trattata), con conseguente aumento della velocità del flusso di sangue e ripristino della funzionalità delle vene.

La terapia sclerosante può sostituire, precedere o completare l’intervento chirurgico; è un sistema efficace per rallentare e controllare  l’evoluzione nel tempo della malattia varicosa, che si può manifestare con la ricomparsa dielle varici, anche dopo trattamenti chirurgici e scleroterapici eseguiti a regola d’arte.

La scleroterapia e la terapia rappresentano le sole cure dirette per le varici; i farmaci e la terapia elastocompressiva (bende e calze elastiche) anche se molto spesso efficaci, non rappresentano una vera cura per le varici ma soltanto dei palliativi.

 

INDICAZIONI

La scelta tra il trattamento chirurgico e la scleroterapia è basata naturalmente sulla visita, sugli esami strumentali e su una diagnosi precisa; quando possibile, tale scelta è concordata con il paziente, cercando di far collimare i suoi desideri e le sue aspettative con i risultati raggiungibili, valutando accuratamente vantaggi e svantaggi, sia della chirurgia che della scleroterapia.  

Il numero di iniezioni per seduta, la cadenza delle sedute e l’applicazione della compressione sono modulate in base al tipo di malattia varicosa e al risultato della seduta precedente.

 

TERAPIA

La terapia sclerosante si effettua con punture nelle varici o nelle vene che alimentano le varici (ad esempio le vene perforanti).

In questi ultimi anni si è affermata una nuova tecnica di scleroterapia, che si esegue utilizzando dei farmaci in soluzione schiumosa (la mousse).

La trasformazione in schiuma del liquido sclerosante consente di ottenere una sclerosi più efficace grazie al fatto che la densità della schiuma allontana meglio il sangue e consente un contatto più diretto della parete interna della vena con il farmaco sclerosante.

Questa metodica prevede un accurato mappaggio ecografico/doppler ossia preparare “una carta geografica delle varici” in modo da programmare accuratamente  il piano di trattamento e la sede delle punture.

Poi si eseguono, mediamente 2-3 sedute di schiuma sclerosante spaziate ogni 2-3settimane, a seconda dei casi. Può essere eventualmente eco guidata.

Si inietta la soluzione schiumosa del farmaco, tramite una piccola puntura, fatta con un ago a farfalla sotto controllo ecografico. In questo modo, è possibile monitorare con precisione gli effetti del farmaco, seguire la sua progressione all’interno del sistema venoso e verificare i risultati terapeutici.

Un altro contributo importante è dato dalla transilluminazione, ossia ci si avvale di uno strumento capace di identificare le varici, altrimenti non visibili ad occhio nudo.

Questo tipo di terapia non è più doloroso della scleroterapia tradizionale. Il dolore delle iniezioni è inferiore a quello di un’iniezione intramuscolare: una sensazione di bruciore può comparire se si utilizzano dosi o concentrazioni del farmaco elevate e di solito scompare in poco tempo.

Il dolore delle iniezioni è inferiore a quello delle iniezioni intramuscolari, inoltre il farmaco sclerosante non è particolarmente doloroso: una sensazione di bruciore può a volte comparire quando si usano dosi o concentrazioni elevate del farmaco.

La cadenza delle sedute è in genere ogni 2-3 settimane. Naturalmente il numero di iniezioni per seduta, la cadenza delle sedute e l’applicazione del bendaggio in base al tipo di malattia venosa e ai risultati delle precedenti sedute.

Dopo la scleroterapia viene applicato un bendaggio sulla gamba trattata ed è necessario poi indossare la calza a compressione graduata.

 

EFFETTI COLLATERALI

L’effetto normale della terapia sclerosante è una’infiammazione localizzata della vena, nelle sedi delle iniezioni. Gli effetti collaterali di maggior riscontro sono:

-      piccole ecchimosi nelle sedi delle punture

-      indurimenti temporanei lungo il decorso delle vene trattate

-      intolleranza al bendaggio

Sono tutte situazioni che anche se allarmano il paziente non sono né gravi né pericolose e si risolvono spontaneamente (gli ematomi in genere entro qualche settimana  e gli indurimenti nel giro di qualche mese).

 

CALZA ELASTICA

Dopo la scleroterapia è necessario applicare un bendaggio e poi una calza elastica per  almeno 1-2 settimane o per il periodo indicato dallo specialista.

La calza serve per ridurre la formazione degli ematomi e degli indurimenti delle vene.

La sensazione di costrizione della calza può essere attenuata camminando.

La calza e/o il bendaggio possono essere rimossi dal paziente nel caso provochino un gonfiore che non regredisce con il riposo a letto, se provocano dolore, se il piede diventa in modo persistente  scuro o molto pallido o nel caso si verifichi intenso prurito.

In tutti questi casi,una volta rimosso il bendaggio deve essere avvisato lo specialista. Naturalmente, la calza deve essere tolta durante la notte.

 

COMPLICANZE

Se il motivo principale per cui si desidera curare le varici è estetico devono essere tenuti presenti i possibili effetti collaterali della scleroterapia come la comparsa di macchie scure o di capillari in prossimità della sede delle iniezioni.

La reattività del paziente al farmaco sclerosante e la tendenza della sua pelle a formare macchie e capillari, sono estremamente variabili e questo rende il risultato difficilmente prevedibile in modo completo.

Sono possibili reazioni allergiche ai farmaci sclerosanti, anche se molto rare e come per qualsiasi altro farmaco iniettato.

L’ambulatorio è comunque attrezzato per far fronte a queste eventuali complicanze.

 In questi ultimi anni si è affermata una nuova tecnica di scleroterapia, che si esegue utilizzando dei farmaci in soluzione schiumosa (la mousse), Questa metodica prevede un accurato mappaggio ecografico (ecocolordoppler) per fare “una carta geografica delle varici” e preparare con cura il piano del trattamento e la sede delle punture. Poi si eseguono, mediamente 2-3 sedute di eco sclerosi spaziate ogni 2-3settimane, a seconda dei casi.

Si inietta la soluzione schiumosa del farmaco, tramite una piccola puntura, fatta con un ago a farfalla sotto controllo ecografico. In questo modo, è possibile monitorare con precisione gli effetti del farmaco, seguire la sua progressione all’interno del sistema venoso e verificare i risulttati terapeutici.

Questo tipo di terapia non è più doloroso della scleroterapia tradizionale. Il dolore delle iniezioni è inferiore a quello di un’iniezione intramuscolare: una sensazione di bruciore può comparire se si utilizzano dosi o concentrazioni del farmaco elevate e di solito scompare in poco tempo.

Al fine di mantenere un buon risultato, si consiglia di effettuare visite di controllo periodiche che abbiano cadenza annuale. Nella vena sottoposta a scleroterapia, col tempo, l’effetto della sclerosi può attenuarsi: la ripetizione di una o due sedute di scleroterapia è spesso sufficiente per continuare a mantenere buoni risultati.

 

Dott. Paolo Queirazza

Dott. Paolo Queirazza

Dott. Paolo Queirazza