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RACCOLTA ARTICOLI SCIENTIFICI

AGING, FITNESS FRAILTY INDEX E ETÀ BIOLOGICA

AGING, FITNESS FRAILTY INDEX E ETÀ BIOLOGICA - Dott. Paolo Queirazza

Molte sono le variabili nella correlazione tra ambiente e capacità di risposta dell’organismo nelle varie età della vita.

L’aging è un processo in cui diversi deficit si accumulano in modo non uniforme tra la popolazione, basti pensare al fatto che gli individui della stessa età cronologica si differenziano largamente, sia per quanto concerne le condizioni di salute sia per la loro aspettativa di vita.

Diversi modelli vengono proposti dagli scienziati e

possiamo identificare lo stato di salute come il numero di deficit  riferiti alla salute che ciascun soggetto ha accumulato durante la sua vita.

Vengono proposte anche misurazioni dello stato di salute, come il Fitness Frailty Index, che è il rapporto tra i deficit presenti nella persona e il totale dei deficit considerati in media nei soggetti della stessa età cronologica.

Il Fitness Frailty Index rappresenta l’età biologica di un individuo.

Consideriamo l’aging come un processo di accumulo di deficit, che partendo da un livello molecolare e subcellulare si elevano fino a produrre dei deficit macroscopici visibili.

In questo processo acquisisce una grande importanza l’interazione tra l’ambiente e l’organismo: l’incessante confronto tra danno potenziale e controllo conduce inevitabilmente a dei cambiamenti nelle varie funzioni fisiologiche, perdita della regolazione omeostatica, contrazione del cosiddetto spazio omeodinamico, quindi la capacità di opporsi ad elementi di perturbazione e la flessibilità e la vulnerabilità rispetto agli stressors.

Si verifica una progressiva variabilità della vulnerabilità agli eventi avversi, un peggioramento dello stato di salute, che si chiama frailty, ossia una  perdita di riserve biologiche (energia, abilità fisiche, cognizione, salute).

La caratteristica universale è che i problemi aumentano con l’invecchiamento poiché i deficit si accumulano e diminuisce proporzionalmente la capacità di recupero.

Il danno avviene a differenti livelli nell’organismo, DNA, epigenetico, cellule e tessuti e anche se ognuno di questi subcompartimenti ha delle proprie capacità riparative, essi non agiscono in modo isolato ma in rete.

Le persone invecchiano in modo differente, probabilmente variando l’abilità di ogni organismo nel sostenere e riparare i danni e considerando che le interazioni con l’ambiente non variano, nel corso della vita,  conta molto, in tal senso, lo stile di vita di ogni persona, rendendo attraente l’idea dell’età biologica, che rimane comunque materia di confronto tra gli studiosi  e difficile da misurare, potendo comunque essere uguale, maggiore o minore dell’età anagrafica.

By Dott. Paolo Queirazza

Medicina e Chirurgia Estetica - Genova

 

 

Cellulite e adiposità localizzata: segnali di un problema più profondo?

Cellulite e adiposità localizzata: segnali di un problema più profondo? - Dott. Paolo Queirazza

Cellulite e adiposità localizzata: segnali di un problema più profondo e ora di cambiare abitudini?

Parlando di cellulite, ogni paziente, che pensa di soffrire di questo problema, deve cambiare il modo di considerarla: non quindi, solo come un inestetismo ma anche come possibile segnale di un equilibrio alterato a livello generale dell’organismo.
Infatti, uno stile di vita non corretto, può avere effetti negativi importanti, anche sulla salute e il benessere, dalla testa ai piedi, oltre che manifestarsi negativamente a livello del girovita e delle gambe.
Modificare abitudini non corrette, soprattutto a tavola e a livello di sedentarietà può essere già un eccellente punto di partenza, per trattare con successo la famigerata cellulite.
Certamente questo, da parte di ogni paziente è un processo lungo, che richiede sacrifici, perché ogni cambiamento, che si traduca in regole nuove, per confermarsi in un’abitudine consolidata, ha bisogno di tempo, tra scoraggiamenti, eccessi di fiducia, motivazioni, voglia di riuscire.
Il programma a lungo termine, inteso non come cambiamento ma come progressiva modificazione, deve essere per questo fatto a piccoli passi, guidato ed eseguito con passione.
La visita è come sempre la componente fondamentale, viene integrata da esami specifici come la bioimpedenziometria ed un test predittivo che valuta la predisposizione genetica della paziente a sviluppare cellulite.
La predisposizione genetica ereditaria, infatti, è uno dei fattori determinanti, che favorisce la comparsa della cellulite.
Il test si basa su materiale cellulare, raccolto nella cavità orale con un semplice tampone buccale, per ricercare le mutazioni in alcuni geni specifici
Partendo da qui, è possibile ricercare le mutazioni in alcuni geni specifici, nel corredo cromosomico personale, che consentono di conoscere il rischio di sviluppare in futuro questo tipo di disturbo e permettono di intervenire in tempi utili, seguendo uno stile di vita sano ed effettuare trattamenti mirati e personalizzati.

By Dott. Paolo Queirazza

Medicina e Chirurgia Estetica - Genova

ACCERTATO UN GRAVE RISCHIO OBESITÀ PER GLI UOMINI CHE MANGIANO DA SOLI

ACCERTATO UN GRAVE RISCHIO OBESITÀ PER GLI UOMINI CHE MANGIANO DA SOLI - Dott. Paolo Queirazza

Uno studio pubblicato sulla rivista "Obesity Research & Clinical Practice", da parte dei ricercatori della Dongguk University Ilsan Hospital di Seoul, ha evidenzto che gli uomini che mangiano da soli sono a grave rischio obesità.
Secondo questa ricerca, prevalentemente nel sesso maschile, mangiare da soli, in special modo, per più di due volte al giorno, espone al 45% di rischio in più di diventare obesi ed avere pressione e colesterolo alti.
Il campione dello studio è ampio e si basa su 7700 persone adulte, intervistate sulle loro abitudini alimentari di consumare i pasti da soli o in compagnia.
Per loro la sindrome metabolica, che comprende obesità, diabete e pressione alta, sarebbe in agguato, comportando evidentemente gravi rischi per la salute.
Lo studio ha evidenziato un rischio minore per le donne, attestandolo al 29%, di incappare nella famigerata sindrome metabolica.
Questa percentuale, sempre secondo quanto evidenziato dalla ricerca, aumenta se coesiste una predisposizione familiare per ictus o malattie coronariche.

By Dott. Paolo Queirazza

Medicina e Chirurgia Estetica - Genova

LE CELLULE ADIPOSE COMUNICANO CON IL NOSTRO CERVELLO

LE CELLULE ADIPOSE COMUNICANO CON IL NOSTRO CERVELLO - Dott. Paolo Queirazza

LE CELLULE ADIPOSE COMUNICANO CON IL NOSTRO CERVELLO e i loro segnali sono molto importanti per la nostra salute.

Conoscere questi meccanismi aiuta a controllare il peso corporeo e a vivere bene.

By Dott. Paolo Queirazza

Il grasso sottocutaneo comunica con il cervello e con gli altri tessuti del corpo attraverso precisi messaggi ed è in grado sia di  segnalare il livello delle scorte di energia che di influenzare i molti processi fisiologici del nostro organismo tra cui la regolazione dell’appetito, il metabolismo degli zuccheri e dei grassi e le funzioni ormonali.

Quando le cellule di grasso diventano troppo grandi, questi segnali si alterano con importanti ripercussioni negative sul corpo  come un abbassamento del metabolismo (riduzione totale della consumo di energia), una disfunzione ormonale e uno stato di infiammazione che aumenta ancora di più i danni.

La cellula che compone il grasso (adipocita) rilascia due particolari sostanze denominate adipochine o ormoni cellulari, chiamati leptina e adiponectina.

LEPTINA

In una persona che abbia un peso normale la leptina segnala quanta energia è disponibile per essere utilizzata e questo naturalmente è molto importante per l’organismo, per svolgere al meglio tutte le sue funzioni anche in caso di maggiore richiesta, come ad esempio uno sforzo fisico più intenso.

La leptina svolge questa funzione attraverso specifici recettori presenti nel cervello.

La leptina è un ormone anoressizzante diminuisce cioè l’appettito e aumenta la spesa energetica, favorendo quindi la riduzione di peso.

L’espansione della massa adiposa, come in caso di sovrappeso marcato o obesità, aumenta in modo significativo i livelli di leptina.

Se la leptina aumenta nel sangue e i segnali che invia sono costantemente “ON”, si crea una resistenza alla sua azione, cioè è come se l’organismo li ignorasse.

In pratica, i segnali corretti inviati dalla leptina si si alterano e si crea uno squilibrio che produce una sensazione di fame quasi costante, con conseguenti eccessi nell’assunzione di cibo, abbassamento del metabolismo (riduzione della spesa energetica totale)  disfunzione ormonale  e uno stato di infiammazione cronica, che provocherà ulteriori danni  nell’ organismo. 

ADIPONECTINA

Anche l’adiponectina per esercitare la sua azione si lega ad appositi recettori sparsi in tutto l’organismo  ma prevalentemente rappresentati nel muscolo scheletrico e nel fegato.

L’adiponectina attraverso i suoi messaggi positivi per lo stato di salute, migliora la resistenza all’insulina, riduce la glicemia e accelera il dimagrimento attraverso un aumento del consumo dei grassi.

Ha inoltre una potente azione antiinfiammatoria.

A differenza della leptina, i livelli di adiponectina diminuiscono in caso di un aumento della massa grassa.

Questo significa che l’adipocita quando è sovraccaricato, segnala che sta funzionando male e cerca di deviare i grassi dall’essere immagazzinati al suo interno, che andranno in tal modo a depositarsi in altre sedi (deposizione ectopica).

Di conseguenza, questa incapacità del tessuto adiposo sottocutaneo di accumulare i trigliceridi in eccesso può portare ad un aumento del grasso viscerale e anche allo sviluppo di depositi di grasso all’interno di altri organi come il fegato, il cuore e il muscolo scheletrico.  

È noto che la deposizione di lipidi in queste sedi ectopiche si associa con alterazioni precoci del sistema cardiovascolare e del metabolismo.  

Per queste tutte queste proprietà, l’adiponectina è un importante protettore contro il rischio cardiovascolare.

By Dott. Paolo Queirazza

Medicina e Chirurgia Estetica - Genova

 

 

 

DAL METABOLISMO DEI GRASSI ARRIVANO IMPORTANTI REGOLE PER VIVERE BENE

DAL METABOLISMO DEI GRASSI ARRIVANO IMPORTANTI REGOLE PER VIVERE BENE - Dott. Paolo Queirazza

CONOSCENDO IL METABOLISMO DEI GRASSI ricaviamo importanti regole per vivere bene.
Dieta low carb e attività fisica, ad esempio.

By Dott. Paolo Queirazza

Nei capillari dei muscoli e del tessuto adiposo è presente un enzima chiamato Lipoproteina Lipasi (LPL), sostanza che serve a metabolizzare i trigliceridi cioè a rompere le molecole che trasportano il grasso dall’intestino nel flusso sanguigno.
Per esempio dopo i pasti la LPL è attiva nel tessuto adiposo, mentre è inattiva nel tessuto muscolare; a digiuno, invece, questa situazione si inverte, infatti l’attività della LPL aumenta nel tessuto muscolare e diminuisce nel tessuto adiposo.
La LPL dirige quindi i grassi o nel tessuto adiposo per essere immagazzinati come scorte di energia in un momento di surplus energetico, come la fase che segue l’apporto di cibo, oppure al tessuto muscolare attivo dove gli acidi grassi vengono convertiti in energia durante il periodo di digiuno.
Quindi, quando si ha per così dire la pancia piena, possiamo immagazzinare le calorie per quando ci serviranno mentre quando siamo fisicamente attivi o affamati, le calorie devono andare ai muscolo perché gli servirà energia.
L’aumento dell’attività della LPL del tessuto adiposo, che si verifica dopo i pasti è dovuta all’aumentata secrezione di insulina che si ha appunto in seguito all’apporto di cibo.
In particolare, i pasti ad alto contenuto in carboidrati determinano un rapido incremento dell’attività della LPL del tessuto adiposo, proprio in virtù di un’immediata risposta insulinica.
Vale la pena notare che molte persone in sovrappeso hanno le cellule adipose ipertrofiche cioè aumentate di volume.
Le cellule grasse ipertrofiche non funzionano bene perché sono sovraccaricate, per cui non riescono ad attivare la LPL in modo rapido, non riuscendo a fare entrare dentro la cellula i grassi liberi per immagazzinarli che, a loro volta, essendo sfuggiti all’adipocita, si troveranno di conseguenza in misura maggiore nel flusso sanguigno.
Questo processo farà accumulare il grasso in maniera anomala, specie a livello addominale, il cosiddetto grasso viscerale, che veramente sconvolge il metabolismo.
Infatti, le persone sedentarie con voluminosi depositi di grasso viscerale possono sviluppare la "sindrome metabolica", che porta ad un rischio aumentato di diabete di tipo 2, ipertensione e malattie cardiovascolari.
Il messaggio importante che dobbiamo trarre da tutto questo è quello di correggere il proprio stile di vita cercando di evitare il più possibile i pasti ad alto contenuto di carboidrati e aumentare l’attività fisica per stimolare il flusso sanguigno e la LPL nei muscoli attivi invece che nelle cellule adipose.

 By Dott. Paolo Queirazza

 Medicina e Chirurgia Estetica - Genova

 

 

Dott. Paolo Queirazza

Dott. Paolo Queirazza

Dott. Paolo Queirazza